Il 1946 fu un anno storico per l’Italia che era appena uscita dal secondo conflitto mondiale. Il 2 giugno si tenne il referendum che portò alla nascita della Repubblica Italiana, dopo la caduta della monarchia dei Savoia. Contestualmente, per la prima volta nella storia italiana, le donne poterono votare ed essere candidate. Si svolsero inoltre le elezioni per l’Assemblea Costituente, che elaborò la Costituzione della Repubblica Italiana. Ma è anche l’anno in cui nacque il Totocalcio, che proprio oggi, 5 maggio, festeggia il suo compleanno spengendo ben 79 candeline.

 

La prima schedina venne infatti giocata il 5 maggio 1946: il concorso fu ideato da tre giornalisti sportivi, Massimo della Pergola, Fabio Jegher e Geo Molo con l’obiettivo di finanziare la ricostruzione degli stadi distrutti durante il conflitto mondiale. Aveva un nome diverso: si chiamava schedina Sisal, quello di Totocalcio lo assunse nel 1948 quando passò sotto la gestione del Coni. Una colonna costava 30 lire, sulla schedina c’erano due partite di riserva, nel caso ci fossero stati dei rinvii, e per vincere bisognava fare 12.

 

La schedina del primo concorso prevedeva 4 incontri del girone finale della Divisione Nazionale 1945-1946, 2 incontri del girone finale della Serie B-C Alta Italia 1945-1946 e i restanti 6 (più 2 di riserva) provenienti dalla Coppa Alta Italia. Il primo vincitore fu il milanese di origini romane Emilio Biasotti, che indovinando la combinazione esatta di quel concorso si aggiudicò 426.826 lire. Di quella prima schedina furono stampate cinque milioni di copie ma ne vennero giocate solo 34 mila. La Sisal per sbarazzarsene decise di distribuire le schedine avanzate ai barbieri per pulire i rasoi.Totocalcio schedina

 

Le vincite milionarie arrivarono all’ottava schedina: un disoccupato di Genoa e una casalinga che abitava a Bologna vinsero 1.696.000 lire ciascuno. Pietro Aleotti, originario di Treviso, nel 1947 vinse 64 milioni di lire ma non si accorse di aver fatto 12. Per sua fortuna, all’epoca era possibile apporre il proprio nome sulla schedina attraverso un’apposita casella e in questo modo si poté risalire al fortunato vincitore. Nel 1948 il Totocalcio venne utilizzato per finanziare la trasferta olimpica di Londra, e il prezzo della colonna salì a 50 lire.

 

La versione originaria del gioco prevedeva una schedina articolata su 12 risultati, cui ne venne aggiunto un tredicesimo a partire dal 21 gennaio 1951: tale format rimase in vigore per oltre cinquant’anni, con l’inserimento di una quattordicesima partita il 17 agosto 2003. Nel 1983 avvenne la meccanizzazione elettronica del gioco.

 

Nel 2003, fu introdotto anche il concorso parallelo “Il 9” e furono liberalizzate le scommesse sulle partite dei campionati esteri e delle coppe europee. Di conseguenza vennero istituiti ulteriori concorsi al mercoledì e al sabato, oltre a quello tradizionale della domenica.

 

I record di montepremi vennero stabiliti negli anni ’90. Il 7 novembre 1993 resta ancora oggi una data storica per il Totocalcio: in quel giorno infatti venne giocato il concorso che valse la più alta vincita di sempre della storia di questo gioco. In quel giorno di novembre di quasi trent’anni fa, infatti, vennero realizzati solamente tre 13 che valsero ciascuno circa 5 miliardi di lire. In una ricevitoria di Crema venne giocato un sistema vincente che fruttò 5.549.756.245 di lire, vincita record di sempre per il Totocalcio. Per quanto riguarda invece il montepremi più alto di sempre, quest’ultimo fu registrato un mese più tardi rispetto alla vincita più alta: per il concorso n. 17 del 5 dicembre 1993, infatti, si arrivò fino alla cifra record di 34.470.967.370 lire, che però venne divisa tra 1.472 tredici e quindi non fruttarono molto, ai vari vincitori (che comunque intascarono circa 12 milioni di lire a testa). 

 

La grande novità arriva a partire dal mese di gennaio 2022, quando ha preso il via il nuovo Totocalcio. Il nuovo totocalcio prevede una formula con diverse modalità di gioco che vanno dal gioco minimo di 3 partite fino alle classiche 13, divise tra “obbligatorie” e “opzionali”.

 

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