Il comparto dei giochi pubblici su rete fisica in Italia rappresenta una componente economica e sociale di primaria importanza per il Paese. E’ quanto evidenziato nel nuovo rapporto realizzato da Nomisma in collaborazione con Novomatic Italia, che ha analizzato il settore sotto il profilo normativo, economico, occupazionale e territoriale, fornendo una fotografia aggiornata del gioco legale in presenza sul territorio.
Un settore centrale per economia e lavoro
Nel 2024 il mercato regolamentato dei giochi pubblici ha raccolto 157,4 miliardi di euro in giocate, restituendone 136 miliardi in vincite. La spesa effettiva dei giocatori si è attestata a 21,4 miliardi di euro, di cui 16,3 miliardi provenienti esclusivamente dal canale fisico. Il contributo economico del settore è significativo: la rete fisica ha prodotto un gettito erariale di ben 9,2 miliardi di euro nel 2024. Questo rappresenta l’88% del totale dei prelievi erariali riconducibili ai giochi; le imprese attive nella concessione, gestione e distribuzione dei giochi pubblici su rete fisica hanno generato un valore aggiunto complessivo di 20,8 miliardi di euro, pari all’1,1% al PIL nazionale. Non meno rilevante è il dato sull’occupazione: lungo tutta la filiera, tra occupazione diretta, indiretta e indotta, sono stati attivati oltre 324 mila posti di lavoro.
La rete fisica
Nel 2024 la rete di punti vendita del gioco retail è stimabile in circa 85.000 esercizi unici. La rete più ampia in Italia è quella delle lotterie ad estrazione istantanea (Gratta e Vinci) e differita con 53.600 punti vendita. Non molto distanti in termini di diffusione troviamo i punti retail con apparecchi da intrattenimento AWP, che ammontano a circa 45.300. An che la distribuzione di giochi numerici come il Lotto e il Superenalotto è molto diffusa con, rispettivamente, 32.350 e 33.800 punti vendita, men tre le scommesse sportive, ippiche e virtuali vengono proposte in 9.500 punti vendita specializzati e generalisti. Completano il quadro 4.370 sale con apparecchi VLT e 183 sale bingo.
Il modello italiano, basato su un sistema concessorio che combina controllo pubblico e gestione privata, è stato a lungo considerato tra i più avanzati d’Europa. Tuttavia, secondo il report, oggi il comparto è minacciato da una crescente pressione normativa e da una forte frammentazione territoriale, che penalizzano il gioco fisico rispetto a quello online.
Emblematico il confronto tra Campania ed Emilia-Romagna, due regioni con normative profondamente diverse. Distanziometri, limiti orari e sanzioni variano notevolmente, creando disparità operative per gli esercenti e confusione per i giocatori. Solo il 16% dei giocatori italiani dichiara di conoscere esattamente le regole della propria regione. La maggioranza, il 55%, auspica regole uniformi su tutto il territorio nazionale.
La Lombardia costituisce la regione con il maggior numero di punti vendita per la quasi totalità delle categorie di gioco, con un peso sul totale nazionale che si aggira tra il 13% e il 16%. Seguono il Lazio e la Campania; la Campania in particolare è la prima regione in Italia per numero di punti vendita che offrono scommesse sportive, ippiche e virtuali (oltre 2.000 per una quota sul totale italiano del 21%) e tra le prime per numero di sale bingo insieme a Lombardia e Sicilia. Altri territori con una robusta presenza di punti vendita sia generalisti che specializzati sono Veneto, Sicilia, Emilia-Romagna, Puglia e Piemonte. Le prime otto regioni italiane concentrano circa i tre quarti dei punti vendita che offrono giochi pubblici nel nostro Paese.
Online Vs Retail
La distribuzione del gioco sui due canali di vendita (retail ed online) vede prevalere la domanda di giochi sul canale digitale: il 59% della raccolta del 2024 proviene difatti da siti e app online, seguito dalla rete genera lista (ossia tabaccherie, bar e altri punti vendita e pubblici esercizi non specializzati nell’offerta di gioco) e dalla rete specializzata (cioè sale con apparecchi, sale scommesse e sale bingo) con un peso rispettivamente del 22% e 19% che complessivamente assorbono il 41% del mercato. Se ci si focalizza invece sulle spese sostenute domina il gioco in luoghi fisici con un peso del 76% sul totale: circa la metà della spesa sostenuta da parte dei giocatori è difatti di competenza della rete generalista, il 27% di quella specializzata e solo il restante 24% del canale online. Anche sul fronte fiscale a dare il maggior contributo è il gioco retail con uno share dell’88%.
Nello specifico, è la rete generalista il canale al quale sono riconducibili la gran parte dei prelievi erariali (60%), cui segue la rete specializzata (28%) e il canale online (12%), le cui vincite sui giochi sono soggette ad una tassazione inferiore rispetto a quelle dei giochi proposti nei canali fisici. Analizzando il trend 2019-2024 si nota come il ruolo del canale retail rispetto agli importi giocati complessivamente si sia ridotto in maniera sensibile passando dal 67% al 41%: in tale periodo il gioco landbased ha difatti visto un calo delle somme giocate del 12,1%, una dinamica da ricondursi – oltre che agli effetti del lockdown a causa della pandemia da Covid nel periodo 2020-2021 (durante il quale alcune attività concesso rie come quelle degli apparecchi, del bingo e delle scommesse in sale ed altri punti vendita generalisti sono rimaste chiuse) – anche alle modifiche regolamentari che hanno riguardato il comparto (si pensi alle limitazioni, ad esempio distanziometri e limitazioni orarie, agli inasprimenti fiscali per gli apparecchi, alla tassazione sulle vincite). Di contro, tra il 2019 e il 2024 la raccolta nel gioco a distanza è più che raddoppiata (+153,6%) trainata dai “casino games” e dalle scommesse sportive e la sua quota sul totale delle somme raccolte dal gioco regolamentato è passata dal 33% al 56%.
Gli apparecchi da intrattenimento: fondamentali ma in calo
Il segmento degli apparecchi da gioco AWP e VLT resta centrale: nel 2024 ha generato 32,6 miliardi di euro di raccolta, con una spesa effettiva di 8,2 miliardi e un gettito fiscale di 5,3 miliardi, pari al 57% del totale retail. Eppure, la raccolta degli apparecchi è diminuita del 30,1% rispetto al 2019, anche a causa di restrizioni locali e concorrenza del gioco online, che nello stesso periodo è cresciuto del +153,6%.
Da cdn/AGIMEG, 17/06/2025