“Basta proroghe, sì al riordino ma poi subito le gare”. E’ chiara e netta la posizione di AGIC, Associazione Gioco e Intrattenimento in Concessione, affiliata a Confindustria e che raggruppa quattro big del settore come IGT, Lottomatica, Sisal e Snaitech. Si tratta di un’associazione che copre circa il 70% del mercato e vanta 60.000 punti vendita in Italia e circa 6.000 occupati. La richiesta parte della necessità dell’industria del gioco di tempi certi per programmare gli investimenti. Da qui la richiesta al Governo di indire al più presto le nuove gare. “Non siamo come i balneari, noi le gare le vogliamo. Questa è un’industria, anche se ancora non viene percepita come tale per una narrazione spesso non appropriata”, spiega Giovanni Emilio Maggi, manager di Sisal.
Gli operatori all’interno di AGIC sanno che ci sono tempi tecnici da rispettare per chiudere la pagina delle proroghe. L’ultima, prevista dalla manovra varata prima di Capodanno dal Parlamento, è stata firmata il 3 gennaio scorso da Mario Lollobrigida, Direttore dei Giochi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Vale per il gioco fisico (per quello online c’è già stata una proroga tecnica fino a settembre e le gare sono in corso). Un atto dovuto, visto il ritardo accumulato dai lavori per il riordino del settore. L’estate prossima, ad agosto, il via per l’esercizio della delega fiscale che le Camere hanno affidato al governo. Ma perché i decreti attuativi possano essere approvati occorre un’intesa nella Conferenza Stato-Regioni che ancora non c’è.
“Se tutto va bene – osservano i dirigenti Agic – arriverà nel primo semestre di quest’anno, poi serve un passaggio alle Camere e al Consiglio di Stato. Quindi sarà necessario procedere al ridisegno delle gare per le nuove concessioni incluse quelle per apparecchi da intrattenimento (slot e videolottery), scommesse e Bingo”. Per i nuovi bandi, però, bisognerà aspettare la prossima manovra e il secondo semestre 2026.
In attesa di questo le quattro aziende hanno messo sul tavolo delle autorità un documento relativo alla questione territoriale. Nel documento si evidenzia come servano regole uniformi su tutto il territorio, a cominciare dalla distanza dai luoghi sensibili. “Noi vogliamo tutelare e allontanare la criminalità, che fa affari soprattutto con le slot illegali”, spiega ancora Maggi. “Ma ora servono regole chiare in partenza”.
Se il Governo ha approvato il primo decreto di riordino sul gioco online, è ancora invece in piedi la questione territoriale con delle normative diverse tra Comuni e Regioni. La sfida dell’Agic è quella di razionalizzare l’elenco dei luoghi sensibili limitandolo alle scuole medie e superiori ed alle strutture sanitarie che ospitano centri di recupero per le dipendenze.
La proposta di Agic è quella di 200 metri, considerando il percorso pedonale più breve. Ma entra in gioco anche “la distanza giuridica”, che consentirebbe ai negozi di gioco di essere più vicini ai luoghi sensibili. Questo sarebbe possibile con gli esercenti dotati di una “certificazione“, per la quale andranno stabiliti dei precisi criteri, come ad esempio la formazione ad hoc del personale, l’assistenza ai giocatori problematici, la qualità degli ambienti e dotazioni tecnologiche adeguate. L’altra condizione, per poter stare sotto i 200 metri dai luoghi sensibili anche per negozi non certificati, sarebbe quella di avere un operatore di sala per filtrare gli accessi.
E sono numeri importanti quelli presentati da Agic su Affari e Finanza, l’inserto economico di Repubblica. A fine dicembre la spesa per il gioco pubblico in Italia è stata di 22,6 miliardi ed all’Erario sono finiti circa 12 miliardi: “solo considerando le imposte dirette”, ha evidenziato Michele Sessa, direttore degli affari istituzionali di Snaitech.
(Agimeg/sb)